Ci vuole un fisico bestiale!
A quale attività fisica assomiglia la traduzione? Risponde la nostra community
Il nostro corpo è una complessa macchina creativa e la mente si può allenare esattamente come i muscoli. Tra creatività e attività fisica si possono fare tanti paragoni: abbiamo chiesto alla nostra community di trovarne alcuni tra sport e traduzione. Come ci aspettavamo, la partecipazione e i risultati sono stati eccezionali.
Una faccenda non solo mentale
La traduzione è un atto creativo, e uno degli stereotipi più comuni sugli atti creativi è che siano faccende immateriali, intangibili. In realtà la creatività è anche gestione del corpo: del suo ritmo, della sua energia, dei suoi limiti. Se vogliamo, possiamo considerarci complesse macchine creative basate su mente e muscoli, organi che lavorano in sintonia per creare qualcosa che prima non c’era: un quadro, una canzone, una coreografia o una traduzione. E proprio come il corpo, anche la creatività si può allenare.
Tra traduzione e sport si possono trovare tanti paragoni. Dopo averlo domandato alle ragazze di Parole Migranti, abbiamo chiesto a quale attività fisica assomigli la traduzione anche alla community che segue le nostre pagine sui social network. Le risposte ci sono piaciute talmente tanto che abbiamo pensato di raccoglierne alcune in questo articolo. Ne trovi anche due che esulano dall’ambito sportivo, ma troppo sfiziose per essere escluse. Attenzione: prima di leggere le risposte, ti consigliamo di fare un po’ di stretching.
Tradurre pagine, macinare chilometri
La traduzione è un ultratrail, perché si comincia pian piano e, passo dopo passo, pagina dopo pagina, si arriva in fondo. Le pagine sono come i chilometri: ci sono quelle scorrevoli e quelle dure, quelle in discesa e quelle in salita, quelle insidiose e quelle facili, quelle bellissime e quelle orrende. E mentre si traduce, come nelle gare lunghe, ci sono momenti di sconforto in cui ci chiediamo chi ce l’ha fatto fare, poi però, quando arriviamo al traguardo esausti, ci riposiamo un po’ e non vediamo l’ora di ricominciare. [Francesco]
Attenzione: pericolo scivoloni
L’alpinismo. Tutti vanno in montagna e pensano di conoscerla, ma alcuni si comportano in maniera imprudente e sottovalutano i rischi. Diciamo che tra chi va sul ghiacciaio con le Superga e la guida alpina c’è un abisso. [Chiara]

Tra il dire e il fare…
In un mondo ideale, avrei detto una semplice passeggiata in campagna, in cui puoi prenderti il tempo che vuoi, senza nessuno che ti cronometra, ammirare il paesaggio, fermarti ad annusare i fiori o magari metterti a cercare funghi o frutti di bosco… Ma nella realtà probabilmente è molto più simile al decathlon. Un sacco di attività diverse che richiedono capacità multidisciplinari, tanta resistenza e sopportazione (soprattutto, paradossalmente, per tutto ciò che non riguarda propriamente il lavoro di traduzione in sé). [Mirko]
Polmoni allenati e nervi saldi
La corsa di fondo. Chiunque riesce a farsi 2/3 km senza troppi problemi, ma per arrivare a chiudere una maratona ci vogliono preparazione, fiato, gambe allenate e soprattutto tanta testa. [Sabrina]

Nuota. Pedala. Corri. Ricomincia
Al triathlon. All’inizio ti tuffi, sai che ti sei preparato a dovere e hai seguito a dovere il briefing pre-gara, ma non sai cosa troverai e le insidie sono ben nascoste sotto il pelo dell’acqua. Finito il nuoto, passi alla bici, la parte centrale può essere in pianura e tranquilla, ma anche in salita, dove fatichi e in discesa devi prestare molta attenzione. È la fase dove ti senti più galvanizzato, ma devi stare attento a far bene, ma non strafare e risparmiare energie per il finale. Se non vi sono stati problemi meccanici, che non dipendono da te, la frazione è finita e inizi a correre, qui la stanchezza si fa sentire, crescono i dubbi , ripensi alle tue scelte strategiche nelle due frazioni precedenti, ma ora è tardi per i ripensamenti e devi solo tirare dritto al traguardo con le energie rimaste. Passato il traguardo sei contento di avercela fatta anche stavolta, ma poi ripensi a quel frangente dove potevi tirare di più, quello dove non hai azzardato abbastanza, avevi detto mai più, ma adesso non vedi l’ora di ricominciare. [Giuseppe]
Alla ricerca dell’armonia
Il ballo coreografico. Quando si monta una coreografia, fino all’ultimo secondo si cerca di curare il minimo dettaglio per andare in scena. Ogni postura, ogni linea, si cerca la perfezione assoluta. Non ci si sente mai veramente pronti. Poi finalmente arriva la prima e… che soddisfazione! [Perla]

Le parole, come passi sul tatami
Un incontro di kumite (karate). Senza esperienza, anche se sei giovane e aitante, esci sempre con qualcosa di ammaccato, ma impari tanto, tantissimo. Da vecchierello (come nel mio caso!), puoi cadere nell’errore di pensare same old e, di nuovo, uscirne con qualche bella ammaccatura. [Alexandra]
Credo la paragonerei al karate, perché ogni mossa deve essere precisa, definita, calibrata. Solo grazie alla grande disciplina e alla pratica il risultato sarà armonico e di impatto. [Caterina]

Bravura e buona sorte
La traduzione è come un concorso di dressage. A chi la osserva dall’esterno sembrerà solo bella, dietro c’è un lavoro immane di tecnica, formazione e interpretazione… E come in tutti i concorsi, un pizzico di fortuna. [Chiara]
Don’t try this at home
Il wrestling. La traduzione deve esser fruibile e nel contempo non deve farti accorgere del lavoro che c’è dietro per sembrare la più bella possibile. Lavoro che i più ignorano e semplificano dicendo “la posso fare pure io quella roba lì”. [Gabriel]

Tutto facile, fino a prova contraria
Lo sci di fondo: bellissimo visto dall’esterno, poi decidi di provarlo, ti senti super eccitata e pensi “ma va, che ci vuole!” Dopo un paio di metri stai maledicendo tutto il firmamento. [Chiara]
Passaparola
A me viene in mente la staffetta, una sorta di passaggio del testimone, in cui al traduttore viene affidato qualcosa di molto importante che, grazie a impegno e preparazione, riesce a trasformare in un qualcosa di nuovo da passare ad altri destinatari, onorando l’impegno e l’intento dell’affidante. [Vanessa]

Oltre lo sport: le risposte bonus
La recitazione. Ritradurre fisicamente e vocalmente e nei comportamenti un testo teatrale o una sceneggiatura ha a che fare con la mutevolezza del linguaggio che vai a interpretare, perfino i silenzi contenuti nelle frasi. Siamo esseri per natura interpretanti. Non a caso è stato detto che la traduzione è come un bacio nel suo essere un incontro di lingue. E sappiamo tutti quanti conti l’esperienza in questi casi. [Tommaso]
Takeshi’s Castle. [Tegamini]

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