Booty burn: l’allenamento per masterizzare il tuo bottino

Cosa unisce il fitness al mondo dell’informatica?

Da bruciare i grassi a “bruciare” CD-ROM

Chi trova una TDM, trova un tesoro (segnalata da Aurora)

Come in italiano, booty può indicare il frutto di un saccheggio o una razzia (un bottino). Questa parola deriva dal francese butin e il dizionario Longman la classifica come letteraria, ma calata nel gergo comune, specie nell’inglese parlato negli USA, significa ciò che la ragazza nell’immagine indica senza lasciare spazio a dubbi: il sedere. È pur vero che, come abbiamo visto in questo breve approfondimento su asshole, in italiano esiste una certa correlazione tra fondoschiena e fortuna: che l’equivoco non sia casuale?

Tra i diversi significati di burn, letteralmente “bruciare”, c’è anche un’accezione di ambito informatico: creare la copia di un CD. Secondo il dizionario Garzanti, la neoformazione “masterizzare” deriva da “master”, nel significato di “registrazione magnetica”. In inglese master può però indicare anche l’originale di un documento o un disco da cui si creano delle copie: “masterizzare” potrebbe quindi essere inteso tanto come “creare più copie originali” quanto “rendere originale una copia”. Una resa non fedelissima dell’accezione di burn di cui sopra, ma ciò non le ha impedito di attestarsi nell’italiano comune. Chissà se cadrà in disuso con la progressiva scomparsa del formato CD-ROM oppure sopravvivrà, a mo’ di reperto archeologico. Non sarebbe la prima volta: il simbolo del comando “Salva” continua a essere un floppy disk, nonostante molte persone non ne abbiano mai visto uno.

Già che ci siamo, diamo un’occhiata anche all’origine di questo comando, un altro buon esempio di come l’informatica offra un sacco di spunti linguistici.

Falsi amici, falsi amici ovunque

Vignetta di Legolize

I comandi “Salva” e “Salva con nome” fanno parte della nostra vita quotidiana: li usiamo ogni giorno senza farci domande e li percepiamo come normali, naturali. Ma se ci fermiamo un attimo a pensare, potremmo accorgerci che l’accezione informatica di “salvare” deriva da una traduzione imprecisa. O meglio ancora, da un falso amico. Il verbo inglese to save infatti non significa soltanto “salvare”, ma anche “conservare”, “mettere da parte”, “preservare”. Come suggerisce Licia Corbolante, è probabile che chi ha localizzato i primi programmi in italiano ignorasse queste accezioni.

Non tutti i team di localizzazione sono caduti nello stesso tranello. Ad esempio, in spagnolo il comando save viene reso correttamente con guardar. Che per inciso è un altro falso amico: tra i suoi vari significati (“conservare, “mantenere”, “osservare” nel senso di “rispettare”) non c’è “guardare”. Correggere “salva” con “conserva” in tutti i programmi rischierebbe di creare solo confusione: allo stesso modo di “masterizzare”, questa traduzione è ormai entrata nell’uso e continuerà ad accompagnarci a braccetto con l’icona del floppy disk. Per citare una famosa battuta che gira sull’Internet: Floppy disks are like Jesus: they died to become the icon of saving.

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